Il Museo Diocesano è ubicato a fianco della Cattedrale Metropolitana quasi un suo ideale prolungamento, nei locali dell’Oratorio e pertinenze della estinta Confraternita del Suffragio. Il Museo vuole raccontare la storie e le espressioni artistiche di una vasta comunità, sparsa nella Arcidiocesi fermana che consta ben 58 Comuni, tutti profondamente legati alla Cattedrale e a quanto significa. Le opere sono, infatti, una scelta di quelle conservate nel Tesoro della Cattedrale stessa, con l’aggiunta di altre provenienti dall’Arcivescovado, da chiese di Fermo e dalla Arcidiocesi. Vi sono esposte testimonianze di un arco di tempo che dall’arte paleocristiana giunge fino agli inizi del ‘900, ripercorrendo le diverse fasi costruttive della Chiesa, la presenza di insigni vescovi, i rapporti con il papato, la liturgia, la devozione. Poiché le suppellettili, gli arredi, i dipinti, i paramenti hanno sempre un preciso riferimento al culto cristiano nei molti secoli di storia e hanno impresse le norme liturgiche delle diverse riforme liturgiche, spesso risultano di difficile interpretazione ed è arduo coglierne il valore, il significato, l’uso. Tutto ciò ha indotto a pensare e organizzare una esposizione per tipologie omogenee, seguendo poi, all’interno di ognuna di esse, epoche e stili.

Museo Diocesano è ubicato a fianco della Cattedrale Metropolitana

Museo Diocesano è ubicato a fianco della Cattedrale Metropolitana

Le sezioni più ampie sono così costituite: Sala dell’Argenteria (calici, ostensori, pissidi, reliquiari, ecc…), suppellettili sacre di splendida fattura, tra cui due calici gotici, un tempietto in lapislazzuli, il servizio pontificale del card. Brancadoro del celebre orafo G. L. Valadier, l’ostensorio del card. De Angelis e numerosi lavori di celebri argentieri e orafi romani e locali (Piani, Raffaelli); le Sale dei Paramenti sacri dal ‘600 agli inizi del ‘900.

 

Collocazione particolare è riservata alla Casula di San Tommaso Becket, frutto dell’arte tessile di origine araba datata al 1116, dono alla Chiesa fermana della Madre del Santo in ricordo dell’amicizia tra San Tommaso e il vescovo  fermano, Presbitero.

La Quadreria poi si dispiega in due sale e raccoglie opere di celebri artisti: Marino Angeli, Vittore Crivelli, Carlo Maratta, Pomarancio, Corrado Giacquinto, Hayez, Luigi Fontana.

 

All’ingresso nella prima grande sala sono raccolti autentici capolavori, la parte più cospicua del Tesoro della Cattedrale: vi si possono ammirare, infatti, il Messale De Firmonibus miniato nel 1436 da Ugolino da Milano, un messale miniato nel XIII sec., la stauroteca di Pio III, il pastorale in tartaruga e madreperla dono di Papa Sisto V, il monumentale ciborio in bronzo dei frateli Lombardi-Solari, sec. XVI.